giovedì 14 maggio 2009

ida non per caso

possiamo discutere all'infinito del nostro destino
della forma che diamo al nostro
ma per continuare il nostro percoso individuale
non possiamo rinunciare alla razionalità
a tutto ciò che ci rende umani, ci permette di rompere i muri
che ci sparano da ciò che l'istinto trova come diverso da noi.
La razionalità è creatività è in una parola libertà.
Eppure non tutto si può controllare
e siamo così spesso assaliti dal destino che ci si presenta con
fatti coinvolgenti e inaspettati, che il raziocinio diventa soltanto
una misura, un racconto di ciò che ci capita.
Se poi facciamo dell'inconscio la nostra verità, allora tutto diventa
destino, preidealizzazione. La libertà la lasciamo al gatto.
NO! non possiamo arrenderci alle correnti, farsi trscinare dal flusso
di modi e di false culture, soltante per sentrci dire, c'eri anche tu.
Va bene la fantasia, vanno bennissimo le distazioni, e i voli pindarici.
C'è un momento per tutto, anche per odiare e soffrire, combattere amare.
Ma un uomo una donna sanno bene qual'è il loro dovere, le proprie responsabilità,(cito Bruna: se qualcosa ti arriva addosso, e non sai il perchè,
è comuque una una responsabilità che ti appartiene, ne sei coinvolto e stato causa). Qui l'ombra scende sopra la chiarezza della razionalità, e diventa
sottile, quasi in bilico sul filo della vita, quello che si chiama futuro. Incerto
tra il caso che non è per caso, ma risultato di concause scatenanti mente ed emozioni, e le nostre scielte più limpide e decise. Diventa un gioco, una scacchiera su cui muoversi a piccoli passi, la fretta è sempre nociva, ma che per
paura dell'incertezza abbracciamo, mai fermarsi a quello sguardo?Mai rallentare il passo per saper ascoltare i propri figli, il prossimo, la natura? E' quello che dobbiamo fare, senza per forza rinunciare alla vita attiva,ascoltarci dentro, per quello che il tempo e l'usura ci ha lasciato, e solo così agire, partecipare, sapere fino a che punto siamo coinvolti o coinvolgiamo gli eventi e chi ci sta accanto.

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