venerdì 16 ottobre 2009

Caro uomo

Ti metto di fronte e mi chiedo
cosa succede se ti innalzo su di un piedistallo.
Posso fidarmi? Eppure la terra deserta crea in me
dolore sottile, perchè da solo di fronte a Dio
non so stare. Ogni azione e pensiero vola distante
dal mio corpo ed continuamente legato a te.
Perdendoti di vista quando mi sei accanto.
Ma che fare, poterti combattere, sopprimere o essere soppresso.
Solo per comodità, per le tue semi-divine possibiltà
che ti cerco, perchè risolvi tutti i miei problemi.
Vorrei vederti adulto, capace i sciegliere e dirigere
con senno e parsimonia il tuo destino.
E piango se ti vedo solo in corsa per paura
di frenare l'avidità, l'ingordigia che tanto ti piace.
Ma se calo lo sguardo e ti metto di fronte
leggo nella tua coscienza, e vedo accanto alla tua fragilità
un'anima che ha sapore d'acqua e colore di sangue.
Ed ecco apparire la tua umanità , o uomo, ciò che veramente ti distingue:saper fermare il tuo cuore accanto al saper fare della tua (entrambi) infinita mente.

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